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rono il cardinale di S. Croce (1545) e il cardinale d’Inghilterra, e fa cenno di stanze dipinte con molta leggiadria e messe ad oro. Ora si scorgono soltanto le vestigia d’una passata grandezza. Il lago di Levico si insinua colle chete acque nei seni dei monti, e vi fa ridotti piacevolissimi e bagni e pellaghetti. Il corpo del lago profondo nè ha quasi rive allo intorno, perchè i fianchi de’ monti vicini vi pescano dentro di modo che il bosco sovra vi pende e le acque pigliano un colore verde chiuso che rende la superficie come di un prato di minuta e lucida erbetta. Merita d’essere visitata la villa Avancini e la elegante torricella posta in amena situazione e circondata da giardini coltivati con molto buon gusto. Si conservano molti pregevoli dipinti di Giustiniano degli Avancini nato in Levico 1807, che studiò l’arte in Milano, in Venezia e in Roma e tolto ai vivi nella verde età d’anni 36 lasciando desiderio di se e per l’arte e per le belle doti dell’animo suo.


Buco di Vella. — Lago di Terlago. — Lago di Toblino.


    Sorprendente per varietà di vedute ove l’orrido al delizioso si alterna, è la romanzesca via che dal Buco di Vella conduce al romito laghetto di Terlago e alle ridenti piagge di Toblino fecondate dalle tepide ôre che baciano gli olivi. Volte le spalle a Piedicastello, mano a mano che poggia la via c’interniamo fra monti minacciosi pendenti sul capo, or concavi a guisa di caverna ora tagliati a picco, vestiti di qualche frassino o di qualche alberella dalle tremule foglie. Uno spicchio di cielo manda la luce sui bruni macchioni; a fianco balzella un rivo che rompe i silenzii dello speco,