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angoli estremi, irte di bertesche, di manganelli e di petriere. Non è molto che si conservavano antiche armature, alabarde, freccie ed altri arnesi di guerra, che andarono miseramente smarriti assieme alle antiche pergamene per incuria di coloro ai quali fu affidata la custodia del castello. Non discosto v’è il cenobio di Valdo ove fu stretto il memorabile patto fra Pergine e Vicenza a comune difesa (1166).
Pergine è una bella borgata nella quale mettono capo più valli, e molti villaggi le fanno corona. La chiesa parrocchiale di S. Maria fu compita all’epoca del Concilio (1545). È d’architettura gotica a tre navate sostenute da quattordici fusti di marmo rosso, tre porte introducono in essa, delle quali la maggiore tutta di pietra con colonne laterali ed architrave mista porge una vaga forma che piace anche ai conoscitori dell’arte; nel fondo dell’archivolto della porta si ammira una pittura che credesi del Bassano. La tela dell’altare maggiore rappresentante la nascita di Maria è lavoro di Augusto Ugolini veronese (1816). Si vuole pure del Bassano un S. Antonio, e una S. Lucia del Cignaroli. Deesi commendare i Perginesi pel loro pulito cimitero colla cappelletta a guisa di Panteon, che riceve la luce dall’alto. Si apparecchiarono quattordici edicole già comperate dalle più doviziose famiglie di Pergine. Nessun borgo del Trentino ha il merito di possedere un simile saggio di civile progresso L’eleganza e il buon gusto sono congeniti presso questa svegliata popolazione; osservate la corretta architettura di casa Montel, gli eleganti poggioli, gli stemmi che accennano a famiglie gentilizie, l’aspetto in genere pulito e piacevole del borgo, le vie ben ciottolate, e tosto vi affezionerete al paese tanto più che la cortesia, l’ospitalità e un fare aperto condiscendente e gentile sono prerogative caratteristiche dei Perginesi.