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tano nel torrente che freme e mugisce nel profondo. Presso a Ponte Alto stanno le rovine dell’antica villa de’ Madruzzi che in parte cadde dalla roccia nella valle. Ivi il burrone si adima tanto profondo, le rupi degli opposti monti sono sì nude e strette e si addentano sì attanagliate fra loro che l’acqua precipitando nella voragine infuria, ribolle, urta e si frange nelle rose radici, e sveglia gli echi delle grotte e dei concavi tufi.

Pont’Alto s’inarca sopra il precipizio, e nei due parapetti ha fenestruccie per le quali sporgesi il capo a riguardare quegli orrori. Laggiù è sempre notte, l’acqua pare inchiostro, le schiume stesse non biancheggiano, una fitta nebbia di vapore sale dalla vallea freddo e crudo che raddoppia il brivido. Tutto quest’orrido è veramente bello a vedersi. L’altezza del ponte è di 208 piedi viennesi. A contemplare da vicino quel baratro conviene scendere pel sentiero che trovasi a manca del ponte che mette sull’alveo del torrente e sull’argine traversale costruito per trattenere le congerie. Stando laggiù l’occhio si compiace di osservare il ponte che pare sospeso in aria, e le acque che rabbiose si avventano tra quelli traruppamenti e scoscendono da voragine in voragine.

Usciti dalla gola di via Nuova si spiana la valle ilare e varia che conduce alla borgata di Pergine.

Il borgo di Pergine è situato sulla via che corre da Trento a Bassano alla sinistra del Fersina, e sta sul punto culminare della Valsugana, ove le acque prendono due diverse direzioni, a settentrione si scaricano nel Fersina che fluisce nell'Adige, e scendono nel lato opposto verso il lago di Caldonazzo e per esso nel Brenta. Il castello di architettura longobarda sorge ad oriente sul monte a ridosso del borgo cerchiato di alte e massiccie mura con feritoie e torri merlate agli