Pagina:Perini - Trento e suoi contorni, 1868.djvu/100


- 70 -


di Povo presso una fonte limpidissima, che poi per cura del cardinale Cristoforo Madruzzo fu ornata di marmi e detta fonte Giulia.

Sul colle di S. Rocco si ascende per agevole via, da dove la città si presenta nella più attraente situazione, e pare molto più vasta di quello che lo è di fatto. Il tratto di suolo che circonda la valle sottoposta è detto Casteller, voce forse nata da Castel Valerio, perchè si crede che ivi sorgesse il castello d’un Valerio romano. A piè del colle giaciono i vigneti di Man che vuolsi derivato da Manes (i Mani degli antichi Romani). Vi si trovarono vestigia d’un tempio, come sarebbe un ammatonato, e belle specie di marmi levigati. Di presso v’è la bella villa già Rovereti, ora di proprietà della famiglia Rossi, vicino a questa la villa già Balduini ora della famiglia Tamhosi, ove si osservano pregeveli affreschi dello Zeni. Scendendo da S. Bartolammeo e costeggiando le falde di Gocciadoro si arriva al ponte del Fersina di fronte alla città.


Ponte Alto. — Lago di Caldonazzo. — Pergine.


        La via Nuova che porta da Trento a Pergine sorprende trovandola così agiata fra dirupi e precipizii. Il viaggiatore stupirà alla vista de’ gran fianchi di quelle rupi rotte e divelte dai picconi e dalle mine per ispianarvi un facile cammino che a lunghi tratti trascorre sotto grondardi macigni che sovrastano minacciosi sul capo. Ove adesso è un dolce spianato v’erano in addietro scoscendimenti e trabocchi orribili e profondissimi, e tuttora il viandante rasentando il dosso dirupato de’ macigni a destra meravigliando osserva i cinghioni scagliosi e sotto i piedi gli abissi che precipi-