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mamente al Re piacendo, à chiunque la vedea era di tanta ammiratione, che appena si potea alcuno persuadere, che di man d’huomo fusse stata fabricata. onde volendo il signor l’alto valor dell’oraffo in alcuna parte riconoscere, perciò mille, et più scudi d’entrata all’anno gli assignò. hor’ havendo cotal liberalita del signore molti oraffi, che nella citta erano, à grand’invidia mossi, più fiate girono il Leone à considerare, per poter, se alcuno difetto dell’artefice scorto havessero, fargli alcuna oppositione, et essi la gratia del signore acquistarsi. et tra questi uno ne fu, ilquale essendo di sottile, et alto avedimento dotato, non conoscendo cosa, che nel Leone riprender si potesse, in quello per la grandezza, et qualità di lui non poter essere. dieci mila pesi d’oro s’avide; et questa giudicando egli buona occasione di far l’oraffo dell’entrata privare, et d’acquistarsi esso la gratia del signore, à cotal cosa tutto col pensiero era rivolto: mà percio che non potea credere, che per accertarsi del latrocinio dell’oraffo devesse il signore la figura de l’animale, che si perfetto era, far in pezzi tagliare, tutto si crucciava, non sapendo massimamente scorgere inche altra maniera tant’oro s’havesse à pesare. hor di ciò uno giorno colla moglie sua divisando, le venne à dire, che chiunque sapesse alcun secreto di poter il Leone pesare, et il signore del commesso furto dall’oraffo accertare, et l’entrata à lui assignata, et la gratia del signore senza alcun fallo, s’acquistarebbe. le