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tenti, et lieti nel lor villaggio rimanderebbe. onde il contadino al commandamento del Re presto alla stanza ritornato, il tutto alla Reina racontò, et de’ miglior panni, che pote, fattala vestire, il seguente giorno dinanzi al Re, marito suo, nella camera la condusse; il quale sottilmente mirandola, parendogli pure, che alla Reina, sua moglie, tutta si assomigliasse, Deh, dimmi per tua fe dissele, discreta giovane, chi tu ti sia, et di cui figliuola. à cui in cotal guisa ella rispose: Io, Sire, la sventurata moglie vostra sono, quella, la quale voi havendo fatta alli rabbiosi cani, chel palagio vostro la notte custodiscono gittare, havete sempre creduto, che da quelli io sia stata divorata: i quali non havendomi fatta offesa alcuna sommamente m’accarezzarono, percioche sino dall’hora, ch’io moglie vostra divenni, co’l dar loro à mangiare domesticamente con essi usar solevo. onde per una buca de fossi del palagio fuori della citta fuggitami, in casa di cotesto buon contadino capitai, il quale, merce di lui, mi accettò per figliuola. hor quivi per poco spacio dimorata dell’infermita vostra venne novella, della quale havendomi io sforzata di sottilmente intendere le conditioni, mi feci à credere, che per aventura voi pentito della crudel sentenza, che sopra della persona mia havevate fatta, per tal cagione fussi in si grave, et pericolosa infirmita caduto. onde conoscend’io, che altro scampo, che il tenervi allegro, alla vita vostra non potea ritrovarsi, si come voi me à crudel morte condennasti, cosi io al-