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Re suo signore à preparare, il quale d’altro cibo, che di capponi, per cagione della infermita sua pascere non si solea, tutto confuso si ritrovava. il che al Re, il quale l’historia intiera dalla finestra vedea, si gran diletto porse, che della gran sua malinconia liberato, veramente conobbe di haver la primiera sua salute ricoverata: et non potendo tolerare, che piu lungamente il cuoco si havesse perciò à crucciare, la sagacita della simia, et la disaventura del nibbio da principio gli raccontò, et fecesi in breve spatio un’altra sorte di vivanda preparare. et in cotal guisa piu giorni tra canti di gli ucelli, et giuochi, che colla simia alla presenza di lui continuamente il contadino facea, dolce vita passando, havendo le perdute forze del tutto ricoverate, di ritornare nella citta fece pensiero. et chiamato à se il contadino, dimandatolo dal cui cotal secreto, che la salute gl’havea apportata, havesse apparato, hebbe da lui in risposta, gran tempo essere, ch’egli lo sapea. il che non essendogli dal Re creduto, percio che huomo idiota, et di grossa pasta gli parea, lo costrinse la verita à palesare; havendo da lui inteso, che cio da una giovanetta, che padrone nel suo villaggio cercava, et à caso alla sua stanza era capitata, gli era stato insegnato. onde il Re, che si gran beneficio havea ricevuto, incontanente al contadino impose, ch’il seguente giorno senza niun fallo lei havesse nella citta, dove ei sarebbe ritornato, alla presenza sua à condurre; percio che tutti due da se con-