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contento di fare nelle monete presso’l nome vòstro il mio scolpire. della qual dimanda giudicando il Re di non potere coll’honor suo compiacerla, Madama, dissele, ove ciò alcuno de’ Re miei predecessori per lo passato fatto havesse, potete essere certa, ch’io per lo grand’amor mio verso di voi non questa solo, mà ogn’altra cosa anco maggiore serei disposto à fare: et di ciò facendone voi prova, agevolmente potrete accertarvi. mà per ciò che ne in questo, ne in altro regno non s’è mai inteso che ciò avenuto sia, serete contenta di havermi per iscusato se dovend’io all’honore, che più d’ogn’altra cosa importa, haver riguardo, non posso della dimanda vostra farvi lieta. alle quai parole, Sire, rispos’ella, io nel vero non harrei mai creduto, che voi la prima gratia, ch’io v’ho chiesta, fuste per negarmi: mà percioche veramente conosco di esservi poco cara, non havendo voi all’honesto disiderio mio voluto sodisfare, havete à sapere, ch’io anco prima patirò la morte, che voi allato à me v’habbiate a coricare, essendo giusta cosa, che havendo voi, si come detto havete, l’occhio all’honor vostro, io medesimamente debba havere al mio riguardo. la qual diliberatione della Reina havendo al Re grandissima noia recata, s’imaginò egli di provare se co’l mezzo della astutia potesse operare si, ch’ella più di cio non l’havesse à ricercare. onde havendo uno giorno seco dell’amor suo verso di lei lungamente divisato, Madama, dissele, voi nel vero essendo mia moglie, à non voler ch’io con voi

habbia