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trovava, con lei sempre volea dimorare. hor avenne un giorno, che ito con lei alla caccia, et in uno cervo abbattutosi à Diliramma rivolto le disse, Vedi tu quel cervo? hor hora io lo voglio colla frezza ferire, però di tu in qual parte tu vuoi, ch'io lo percuota, che dove tu mi dirai, in quella parte certamente io lo ferirò. à cui ella rispose, Io, Sire, sono piu che certa, che essendo voi si valoroso arciere, in qualunque parte vorrete, il cervo sete per ferire, mà poscia c'havete piacere, ch'io vi dica qual colpo havete à fare, à me serebbe caro di vedere, che l'animale ferendo, un piede coll'orrecchia in un medesimo colpo gli conficaste; il che si fece à credere Diliramma, che, come cosa impossibile, il signore non mai potesse fare. mà Behramo, che di nobile, et alto ingegno era dotato, promesso di dover quanto la giovane detto havea incontanente essequire, tolto un'arco da pallotte in mano, et scoccatolo, colla pallotta l'orecchia del cervo percosse il quale per lo dolore del colpo co'l piede, come gl'animali irrationali sogliono fare, l'orecchia grattandosi tosto il Signore senza alcuno indugio l'arco dalle saette, lo scoccò, et al cervo, il quale tutta via si grattava, il piede nell'orecchia hebbe in un colpo confitta: il che à ciascuno dei suoi baroni diede infinita ammiratione, havendo in cio un'alto, et sottile avedimento di Behramo scorto, il quale alla giovane con allegra faccia rivolto, disse, Che di tù, Diliramma? parti egli che io habbia alla proposta tua sodisfatto? à cui ella