di cristallo un'odorifera bevanda gli uso tai parole: Sire, poscia che voi, si alto, et gran signore, vi sete degnato di honorare il convito di me humil servo vostro, io anco con ogni mio potere mi sono isforzato di ritrovar cibi, et vivande degne della persona vostra. onde havendo fatta fare questa potione, alla quale un'altra simile nel mondo tutto non si ritruova, percio che oltre molte virtu, che in lei sono, le quali lungo sarebbe al presente à rammemorare, niuna cosa può ritrovarsi, che più possa di questa il fegato dell'huomo rinfrescare, l'ho voluta all'Imperial persona vostra presentare. questa conoscendo l'Imperadore, essere la velenata bevanda, che dal consigliere molto prima gl'era stata preparata, sì come dalla donna inteso havea, in cotal guisa gli rispose: Tu sai, come io, non ha molto tempo, per misfatti da lui commessi à morte condennai il tuo figliuolo; onde essendo verisimile, che tu per la morte di lui habbia il fegato riscaldato, et ardente oltre modo, io serei discortese, et poco amorevole verso di te mi dimostrarei, ove di questa potione io ti privassi, la quale à te si gran beneficio puo apportare: onde ricevendola con animo, io te ne fo dono, il quale conoscero esserti grato, ove hor hora alla presenza mia tu la beva. per queste parole dell'Imperadore turbato assai il consigliere, dubitandosi, che nel pensiero suo havesse ad esser vano, incontanente gli rispose, dicendo; Questa, Sire, essendo cosi rara, et pretiosa bevanda, conosco non à me, ma alla imperial persona vostra acconvenir-