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sta anco non men dell'altre rea esser conobbe: laquale havendo finto di tramortire per una picciol navicella, che nel lago vide dal vento esser sommersa, et la faccia, à fine che i pesci maschi non la vedessero, si coperse, con tanto pericolo il fiume passando, veramente di fraude, et inganno esser ripiena col rider suo havea la statua dimostrato. nondimeno non facendo egli di ciò motto alcuno, nella camera se ne ritornò, et al letto gittosene, il seguente giorno con gran disio aspettava per far della quarta ancora l'istessa prova, che dell altre tre fatta havea. et la mattina per tempo levatosi, et sino alhora di Vespro ne gl'affari suoi tratenutosi, diede ordine, che la giovane havesse à lui à venire, col laquale nel giardino sino al tardo in varij ragionamenti il tempo passando, alla mensa, che quivi riccamente era preparata, s’assettarono, et al fine di essa con finissimi suoni, et canti pervenuti, al letto se ne girono. et quivi dopo varij ragionamenti tra lor fatti, fingendo il prencipe d'addormentarsi, la giovane chetamente dal lato levatagli, et vestitasi, et tolto uno libricciuolo in mano, passò in un camerino vicino à far oratione. ma il prencipe, che il tutto vedea, facendosi pure à credere, che questa anco l'havesse ad ingannare, senza alcuno romore anch'egli vestitosi la seguitò; et veduto che ella quivi faceva oratione, non però volle ancora, che buona fusse, accertarsi; ma dimorato alguanto, et venuta ella al fine dell’oratione, et verso


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