Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 87 — |
Ma tutto ad un tratto fu presa come da furore famelico, e divorò i pomi uno dopo l’altro.
La povera madre aveva intanto passato le case del villaggio; udiva il passo monotono delle scolte austriache, e guardinga s’inoltrava lentamente studiando il passo, trattenendo il respiro, mentre pregava coll’anima. Alla minima buffata di vento che agitasse le fronde, si gettava per terra con un brivido di spavento e tremando perfino dei battiti del proprio cuore; quindi riprendeva il difficile cammino strisciando e spesso andando carpon carponi. Aveva appena oltrepassato il primo scaglione, quando s’accòrse d’essere scoperta: si dette tosto alla fuga, ma l’allarme dato dalla sentinella, lo strepito dell’arma che questa aveva abbassata, e la certezza di cadere nelle mani dell’altra sentinella di contro, che anch’essa era uscita per inseguirla, la fecero fermare. Vedendosi perduta, la misera s’inginocchiò, e guardando spaventata la canna del fucile puntata verso di lei, protese le mani, gridando desolata: — Un po’ di pane per i miei poveri figliuoli! Io non dimando che pane!1
— Pane? Kruca! — ripetè il croato. — E mostrandole un pezzo di pane da munizione, la invitava con selvaggio sorriso a venirlo a prendere dalle sue mani.
Si alzò la credula donna, ma non aveva fatto due passi, che una palla fischiando la colpì in fronte.
⁂
Il giorno dopo due povere creature, cacciate dal lungo digiuno, piangevano per la strada di Osoppo.
- ↑ Qui la narrazione s’attiene alla più scrupolosa verità in ogni minuto particolare.