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Ma tutto ad un tratto fu presa come da furore famelico, e divorò i pomi uno dopo l’altro.

La povera madre aveva intanto passato le case del villaggio; udiva il passo monotono delle scolte austriache, e guardinga s’inoltrava lentamente studiando il passo, trattenendo il respiro, mentre pregava coll’anima. Alla minima buffata di vento che agitasse le fronde, si gettava per terra con un brivido di spavento e tremando perfino dei battiti del proprio cuore; quindi riprendeva il difficile cammino strisciando e spesso andando carpon carponi. Aveva appena oltrepassato il primo scaglione, quando s’accòrse d’essere scoperta: si dette tosto alla fuga, ma l’allarme dato dalla sentinella, lo strepito dell’arma che questa aveva abbassata, e la certezza di cadere nelle mani dell’altra sentinella di contro, che anch’essa era uscita per inseguirla, la fecero fermare. Vedendosi perduta, la misera s’inginocchiò, e guardando spaventata la canna del fucile puntata verso di lei, protese le mani, gridando desolata: — Un po’ di pane per i miei poveri figliuoli! Io non dimando che pane!1

— Pane? Kruca! — ripetè il croato. — E mostrandole un pezzo di pane da munizione, la invitava con selvaggio sorriso a venirlo a prendere dalle sue mani.

Si alzò la credula donna, ma non aveva fatto due passi, che una palla fischiando la colpì in fronte.

Il giorno dopo due povere creature, cacciate dal lungo digiuno, piangevano per la strada di Osoppo.

  1. Qui la narrazione s’attiene alla più scrupolosa verità in ogni minuto particolare.