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la quale, certo, aveva dovuto servire di modello a ehi aveva disegnata quella scena. Forse quell’abbozzo improvvisato sull’affumicata parete era l’opera d’un amico de’ due sposi, felice della loro felicità; forse era stato creato tra l’allegria dei bicchieri da un pittore che aveva voluto consacrare la gioia domestica de’ suoi congiunti di sangue o fratelli di fede. Chi sa quali sogni dorati, quali dolci speranze a loro sorridevano in quel giorno nel fascino e nell’effusione dell’amore! L’avvenire, che essi allora lietamente prevedevano, era intanto sopraggiunto; ma dov’erano adesso le persone ivi effigiate? Dove il pittore? Una sola rimaneva ancora al suo posto, la povera donna, ma come cangiata! Quella nobile testa eretta e così piena di brio giovanile si piegava ora come rosa disfogliata a guardare la terra! Gioia, amore, speranza, tutt’era svanito! Del suo ridente passato non le rimanevano che quelle due povere creaturine, memoria dei suoi giorni più belli, sangue e vita del suo cuore, epilogo d’ogni suo affetto, ma destinate purtroppo a misera sorte! Ella che le amava più delle viscere sue, avrebbe dovuto tra breve vedersele morire d’inedia.... Simili alla pianticella che appassisce in grembo alla terra inaridita, ella le avrebbe tra poco vedute appassire sulle sue ginocchia, senza poter loro porgere una sola stilla di refrigerio....
Così pensando, le prese fra le sue braccia, le strinse al cuore con un impeto di disperato cordoglio, e bagnandole di lagrime le coricò nel letticciuolo vicino al suo, implorando per esse la misericordia di Dio.
Passarono otto giorni. Il cestino d’uva e la farina recatole dall’amica erano già al loro fine. Da quella sera nessuna notizia di lei; ma certo doveva aver passato la linea dei soldati senza pericolo. Oh! s’ella pure