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villaggio in fiamme, mi trascinavo per i campi con le mie povere creature? Ero incinta, priva di tutto.... e taluni, non so se cattivi o ignoranti, erano venuti a dirmi che mio marito l’avevano fucilato. Tre giorni stetti in quell’orribile angoscia, e credetti d’impazzare, ma non disperai; e nella preghiera, nella fervida preghiera trovai sollievo. Io pregava che quella terribile notizia non fosse vera, ed il Signore mi esaudì: mio marito era vivo. Né ebbi soltanto questa grazia: Dio mi diede anche il coraggio per sopportare tutti i dolori di quella misera vita; e poi quando gli parve ch’io avessi patito abbastanza, mandò a consolarmi un angelo celeste, sotto le forme di una bella e buona signorina. Ella venne a trovarmi nel fienile, dove giacevo abbandonata da tutti, e mi soccorse largamente e tenne a battesimo la mia creaturina, né contenta di ciò, raccolse me, i miei figlioletti, mio marito e ci diede da vivere e da lavorare. Oh, non manca, no, la Provvidenza a chi la invoca di cuore!... Senti — soggiunse l’Oliva dopo una breve pausa — finché tu sarai malata, io starò qui con te. Ma noi dobbiamo fare insieme un voto, e se il Signore ci esaudisce, quando sarai guarita andremo insieme a Udine alla Madonna delle Grazie a far le nostre divozioni. — La malata sorrise con tanta amarezza, la quale voleva significare che nel suo cuore non vi era altra speranza che quella di morire.
— Dunque, prometti?
— No! — rispose.
— Ma perché, buon Dio?
— Perché io non guarirò!
— Dio solo lo sa.
— E poi.... io non desidero affatto di guarire.... Da gran tempo io vivevo solamente per lui! E ora