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giustizia!... Non mi toccate! Le vostre mani grondano sangue.... È il sangue dei traditi che vi hanno creduto! L’ultima sua parola è stata una bestemmia! È morto dannato.... Adesso brucia nel fuoco eterno! E voi venite a predicarmi la misericordia di Dio? Non v’è più misericordia.... Se anche ci fosse, io non la voglio! — E bestemmiava, e malediva l’ora della sua nascita.
La padrona di casa scandalizzata era fuggita, turandosi le orecchie, e anche gli altri si erano raccolti inorriditi in fondo alla camera. La sola Lisa era rimasta vicina all’amica e piangeva col viso nascosto fra le mani. Il sacerdote aveva intanto intonato le litanie, e la sua voce monotona e quella degli astanti, che rispondevano in coro l’ora pro nobis, coprivano quella di lei ormai affievolita dal lungo sforzo.
— Contro di me, Vigi? Contro di me che ti ho tanto amato? — diceva affannosamente quella sventurata. — Giorno e notte pensavo a te!... Per esser tua un solo momento avrei dato la mia vita, l’anima mia! Oh! guarda come mi son consumata.... Quel fiore che tu mi hai donato a Madonna di Strada, io l’ho ancora qui.... Se tu sapessi con che disperato affetto io me lo poso ogni notte sul cuore!... Ti ho amato più di Dio.... più della giustizia! Sono stata colpevole per troppo amore! Ma tu non devi rimproverarmelo, oh no! non tocca a te! È quel prete infame, che, con le sue prediche, ci ha traditi. Ed ora che mi sono dannata per avergli creduto, ardisce venir qui a insultarmi con le sue vane preghiere! — E in un nuovo impeto di furore si cacciò le mani nei capelli e rovesciatili sugli occhi prese a strillare disperata: — Vi ho pur detto ch’è inutile pregare! Sono dannata; e per me non v’è più nè misericordia nè per-