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— Appunto per questo si deve sperare che sia vivo, perchè tutte le famiglie di quelli morti sono state informate.

— Ma sai, Lisa, che questo tuo discorso mi fa male? Oh! perchè vuoi mettermi in cuore una vana lusinga?

— Ma non è vana lusinga.... È ragionevole supposizione. Non ti pare che sarebbe bene andare a interrogare Coletto? Egli forse può darci qualche precisa informazione. Ma se tu non vuoi o non puoi venire con me domattina, ci vado io sola.

— No, no, ci andremo insieme. Chi sa che egli non sia stato presente a’ suoi ultimi momenti!... —

Il giorno di poi, che era domenica, le due ragazze andarono al vicino villaggio, a casa di Coletto, dove trovarono parecchie persone, alcune per semplice curiosità, altre per amicizia ed altre infine per lo stesso motivo delle due fanciulle. Coletto era seduto vicino al fuoco e narrava ad alta voce le sue terribili vicende di guerra a tutta quella gente che lo circondava. Al primo vederlo la Lisa e la Mariuccia rimasero come sbigottite, tanto era mutato d’aspetto! Gli mancava un braccio, aveva una gamba contratta e la faccia deturpata da ferite non ancor bene rimarginate. Egli riconobbe subito la Lisa, ma la Mariuccia dovè fissarla un pezzo prima che si risovvenisse di lei. Quando si fu un poco orizzontato:

— Anche voi, ragazze — disse loro con amara ironia — venite a congratularvi della bella fortuna che abbiamo fatta? Quando partimmo credevamo d’andare nel paese della cuccagna. Dovevamo ritornare di là ricchi come tanti Cresi, e portare in regalo alle nostre amorose gli anelli, gli orecchini ed altre gioie delle fidanzate e delle mogli dei ribelli!... Invece