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dava. Caduta la Repubblica Veneta, la spada dei vincitori segnò a capriccio un confine politico che squarciò quel luogo in due diverse province, ma il cimitero di Madonna di Strada era per altro rimasto promiscuo, e Veneti ed Illirici, riuniti almeno dalla morte, vi dormivano indistintamente, e confondevano insieme le loro ossa in quella terra consacrata dalla pietà dei loro padri. Quel solo villaggio italiano era obbligato per la tumulazione dei suoi morti ad aspettare che venisse un sacerdote dall’Illirico, e perciò avevano ora deposto quel cadavere presso il muricciolo del cimitero ed aspettavano.

Nel tornarsene a casa la signorina pensava addolorata alle tante divisioni che laceravano la sua povera patria. La malinconia dell’ora, l’ostinato silenzio di Venezia, un presentimento funesto che ella si sentiva nel cuore e quel morto sconosciuto, avevano potentemente agito sulla sua immaginazione, di modo che in quella sera, taciturna e scoraggiata, si ritirò affranta nella sua camera prima del solito, e appoggiata coi gomiti alla finestra che guardava verso Mezzogiorno, si détte a contemplare, e ben presto trovò in quella contemplazione sollievo. Intanto era sorta la luna a illuminare la pianura che si confondeva col cielo, senza che l’occhio arrivasse a discernere i confini. Da quella parte era l’Italia! Il pensiero gliela rappresentava tutta intera nella sua forma geografica, tra i due mari e coll’estrema isola vòlta verso l’Africa vicina.... Oh! se l’alito di Dio la rianimasse e riunisse in un solo pensiero di libertà e d’indipendenza i ventiquattro milioni della sua popolazione!... E pregò perchè il Signore fosse santificato, e venisse sulla terra il regno della sua divina giustizia. Poi si coricò e dopo qualche tempo si addormentò;