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— Se lo desideri, noi partiremo anche domani; solamente, bada — soggiunse dopo un momento di pausa — che io non potrò assentarmi per molti giorni da Gorizia, adesso che passano tanti militari.

— Io non vi chiedo un tale sacrifizio — rispose la fanciulla. — Voi partirete a comodo vostro con tutte le persone di servizio: a me basta l’assistenza della vostra buona fattoressa, che mi voleva tanto bene quand’ero piccola. Io voglio mettermi a una vita semplice e affatto campagnuola. Farò con lei delle lunghe passeggiate; se me lo permetterete, uscirò anche qualche volta coi cavalli, e son quasi certa che quando verrete a trovarmi mi troverete risanata. —

Il barone, contento di quest’ultima parola che esprimeva la speranza più cara al suo cuore, le promise di contentarla, ed uscì a dare gli ordini perchè il domani tutto fosse pronto per la partenza.


VII.

La Processione.


— È inutile, buona donna: non vedete i cavalli già pronti? Figuratevi s’egli ha tempo adesso d’ascoltare i vostri piagnistei!

— Ah! per carità, signor Franz, un solo minuto; si tratta del mio Vigi che vogliono farlo soldato. —

Queste parole si scambiavano nell’atrio del palazzo del barone tra un cameriere tutto attillato e una vecchia contadina che insisteva per essere presentata al padrone. Con lei era il figliuolo, un bel giovane bruno, che noi abbiamo veduto alla sagra di Madonna