Pagina:Percoto - Sotto l'Austria nel Friuli, 1918.djvu/15


— 7 —

nella stalla o accanto al fuoco con le figlie del padrone, che la trattavano come sorella; imparava da loro e dalla loro madre a cucire, ad accudire alle faccende domestiche. Era divenuta una bella ragazza, e sentendosi così circondata di sincero affetto; non s’accorgeva quasi più d’essere un’orfana. Ma gli anni della bella spensieratezza volano via rapidi, e viene il momento in cui uno si accorge di avere un cuore, i cui palpiti fanno pensare all’avvenire.

Una domenica di agosto la Mariuccia insieme con la Lisa, una delle figlie de’ suoi padroni, trovavasi alla sagra della Madonna di Strada. Molta gente era là convenuta, e le due giovanette, l’una al braccio dell’altra, giravano, chiacchierando insieme, e soffermandosi di tratto in tratto a guardare le tavole di ciambelle e di frutta esposte in vendita sul praticello dinanzi alla chiesa campestre. Alcuni giovinotti le avevano notate e le seguirono desiderosi di attaccar discorso. Il sole, benchè ormai vicino al tramonto, dardeggiava ancora i suoi raggi cocenti sulla moltitudine, perciò le due fanciulle si ripararono all’ombra di uno dei cipressi che fiancheggiano l’entrata del praticello, e lì sedute sul muricciolo, si facevano vento coi lembi dell’ampio fazzoletto a croce, che portavano in testa, mentre lanciavano sorridendo qualche occhiatina furtiva che incoraggiò i giovanotti a farsi vicini e a cominciar la conversazione. In poco d’ora divennero amici. Esse offrirono cortesemente ciò che avevano comprato alla fiera. Uno dei giovani accettò un paio di noci dalla Mariuccia e le regalò in ricambio un bel garofano ch’ella adattò subito alla sua cintura dalla parte del cuore. Era un giovane bruno ancora quasi imberbe, alto e ben fatto della persona, con un certo cappello di paglia, messo un po’ alla sgherra, che dava risalto