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impiegati. Cominciarono allora a venire notizie del corpo d’armata di Cialdini, che si avanzava dalla parte del basso Friuli. Ma pioveva a dirotto, e i torrenti gonfi ci tenevano come imprigionati e all’oscuro di ogni cosa.

Due dei nostri paesani passarono l’acqua presso il Torre, e furono al campo di Gasteons. Non c’era più dubbio: venivano a liberarci!... Udine era imbandierata in un eccesso di gioia.... Col cappellano Spizzi il dì 25 luglio passai anch’io il torrente coi muli, e via per quei villaggi, sperando d’incontrare qualche picchetto di truppe italiane. A Santa Maria, a Santo Stefano, a Percotto vedemmo la bandiera tricolore. Li aspettammo, ma noi non fummo tanto fortunati da poterli salutare. Il giorno dopo un messo da Trivignano venne ad annunziarci che un corpo di lancieri di Vittorio era colà giunto durante la notte, che seguivano i bersaglieri e che tutto il villaggio era già pieno di soldati italiani. Giulia, mio fratello e tutti gli altri della famiglia corsero subito a Trivignano. Io sola in casa mi appostai a una finestra che guardava da quella parte. Non so dirti quel che provassi in quelle sei ore che durò il combattimento! Sentivo le fucilate, vedevo il lampo dei colpi di cannone, vedevo la polvere sollevata in alto dai cavalli. Vedevo ardere il villaggio di Nogaredo e poi il ponte di Romans e poi quello di Versa.... Alle due tornarono a casa i miei spaventati. Durante il pranzo venne un altro messo di Trivignano, a cercare il nostro medico per i feriti. Alcuni furono portati in casa della sorella di mia cognata e in altre case del villaggio.

Giulia, le sue sorelle, le sue nepoti ad assisterli. Fiera gioventù volata alla battaglia come ad un festino da ogni regione d’Italia: tutti ansiosi di bat-