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Lettere a Marina.


Alle dieci di mattina, giorno di San Lorenzo e sagra del nostro villaggio, capitarono sui prati di Soleschiano alcune compagnie di zappatori, venute a riempire i fossi, spianare le vie, atterrar piante, perchè il giorno dopo vi si doveva fare la rivista di tutto l’esercito di Cialdini. I nostri contadini, che per paura delle requisizioni austriache non avevano ancora falciato, a tale notizia corsero subito dai parroci a chieder licenza di lavorare anche in giorno festivo per non perdere il fieno, di cui in questo paese c’è tanta penuria. Quella bella prateria in riva al torrente non l’avevo mai veduta tanto popolata come in quel giorno: neanche quando v’è la festa dei Pastori.

Spettacolo magnifico! Da tutti i villaggi circonvicini la gente a torme veniva ad aiutar l’opera con falci, zappe, pale e carri. Ragazze vestite a festa rastrellavano l’erba; soldati che lavoravano cantando le villotte d’ogni parte d’Italia; ufficiali a cavallo che percorrevano lo spazio per ogni verso; generali in carrozza venuti ad ispezionare, e poi turbe di curiosi,