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34 al veglione.

impalato dietro l’uscio, gli disse: — E lei? Cosa sta ad aspettare qui?

— Aspetto le bottiglie, rispose Pinella.

— Le bottiglie? Gliele daremo poi, le bottiglie; dopo cena. C’è tempo, c’è tempo.

— Fossi matto! pensava Pinella sgattaiolando pel corridoio. Di qui non mi muovo!

Egli aveva visto che il suo padrone di casa per entrare in teatro aveva pagato 10 lire, sbuffando, anzimando pel grasso, rosso come un tacchino dentro il suo zimarrone di pelliccia, tastando i biglietti nel portafogli colle dita corte. Fortuna che non aveva scorto Pinella, se no gli chiedeva lì stesso i denari della pigione.

Egli era già salito due volte sino al quinto piano, soffiando, per riscuoterli. Ma la Luisina aveva acchiappato un reuma alla gamba, collo star di notte a vendere il caffè sotto l’arco della Galleria, e quei