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in piazza della scala. | 21 |
poteva frenarsi di far schioccare la frusta, a rischio di tirarsi addosso il cappellone di guardia lì vicino.
Ma là! Bisognava masticare la briglia, che non s’era più puledri scapoli, e adattarsi al finimento che s’erano messi addosso, lui e la Ghita, la quale continuava a far figliuoli, che non pareva vero, e non si sapeva più come impiegarli. Il maggiore, nel treno militare, 1° reggimento, e sarebbe stato un bel pezzo di cocchiere. L’altro, stalliere della società degli omnibus. L’ultimo aveva voluto fare lo stampatore, perchè aveva visto i ragazzi della tipografia, lì nella contrada, comprar le mele cotte a colazione, col berrettino di carta in testa. E infine una manata di ragazzine cenciose, che l’Adelina non permetteva le andassero dietro, e si vergognava se le incontrava per la strada. Voleva andar sola, lei, per le strade; tanto