Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
l'ultima giornata | 235 |
fuori dai piedi, di qua e di là dalle rotaie.
— Gli è che al momento in cui le ruote vi son passate di sopra quei piedi hanno dovuto sgambettare! — osservò il cameriere dell’osteria, corso sin là all’odore del morto come un corvo, in giubba nera e col tovagliuolo al braccio. Egli aveva visto passare quello sconosciuto dall’osteria verso mezzogiorno: una di quelle facce affamate che vi rubano cogli occhi la minestra che bolle in pentola, quando passano. Perfino i cani l’avevano odorato, e gli abbaiavano dietro quelle scarpacce che si slabbravano nella polvere.
Come il sole tramontava l’ombra del cadavere si allungava, dai piedi senza scarpe, a guisa di spaventapassere, e gli uccelli volavano via silenziosi. Dalle osterie vicine giungevano allegri il suono delle voci e la