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l'ultima giornata | 231 |
le macchie, e gli aveva messa una manciata d’erbacce sulla faccia, ch’era tutta sfracellata, e faceva un brutto vedere, per chi passava. Fra un treno e l’altro corsero il pretore, le guardie, i vicini, e com’era la festa dell’Ascensione, nei campi verdi si vedevano i pennacchi rossi dei carabinieri e i vestiti nuovi dei curiosi.
Il morto aveva i calzoni tutti stracciati, una giacchetta di fustagno logora, le scarpe tenute insieme collo spago, e una polizza del lotto in tasca. Cogli occhi spalancati nella faccia livida, guardava il cielo azzurro.
La giustizia cercava se era il caso di un assassinio per furto, o per altro motivo.
E fecero il verbale in regola, nè più nè meno che se in quelle tasche ci fossero state centomila lire. Poi volevano sapere chi fosse, e d’onde venisse; nome, patria,