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218 | conforti. |
tanti figli, si alzava la mattina pallida e colle pesche color di madreperla agli occhi, a simiglianza dei fratelli che eran morti tisici. Le clienti stesse la lasciavano ad una ad una, i debiti crescevano, la bottega si vuotava. Manica, suo marito, aspettava gli avventori tutto il giorno, col naso contro la vetrina appannata. Lei chiedeva alla figliuola: — Ti dice di sì il cuore per quello che ci ha promesso la sorte?
Fortunata non diceva nulla, cogli occhi accerchiati di nero come i suoi fratelli, fissi in un punto che vedeva lei. Un giorno sua madre la sorprese per le scale con un giovanotto che sgattajolò in fretta al veder gente, e lasciò la ragazza tutta rossa.
— Oh, poveretta me!... Che fai tu qui?
Fortunata chinò il capo.
— Chi era quel giovanotto? Che voleva?