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via crucis. 207

le mangiò un commesso viaggiatore. Un maestro di musica, malato di petto, che moriva di fame e credeva d’attaccarsi alla vita buttandole le braccia al collo, le promise di sposarla. Ella, quantunque non ci credesse più, fece una vita da santa tutto il tempo che rimase con lui, in una soffitta, a cavarsi gli occhi per comprargli le medicine. Stettero anche quarantotto ore senza mangiare nè lei nè il suo amante, rannicchiati su uno strapunto sotto l’abbaino. Infine l’accompagnò al cimitero di Porta Magenta, lei sola, col cuore stretto da quella giornata trista di febbraio tutta bianca di neve. La sera andò in una scuola di ballo per cercar da cena.

Poi scese giù nella strada; fece la dolorosa via crucis della Galleria e di Via Santa Margherita, nell’ora triste della caccia al pranzo, tremante di freddo sotto il