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Udite con vivo rincrescimento le comunicazioni del Governo, con le quali senza alcun riguardo agli affidamenti già dati e alla tutela del patrimonio artistico e letterario di Firenze, che è pure patrimonio d’Italia, si tende a differire indeterminatamente la costruzione del palazzo della Biblioteca;

Il Consiglio,

mentre si dichiara solidale col Sindaco e colla Giunta nel sentimento che li ha mossi a dare le dimissioni, considerati i danni che potrebbero derivare, in specie in questo momento alla Amministrazione e alla città da una crisi municipale, invita il Sindaco e la Giunta a non insistere nella presa determinazione, e tuttavia fa voti che l’intento per il quale il Comune ha già fatto gravi sacrifizi, e che è di sommo interesse per la coltura nazionale, sia in ogni modo raggiunto.

Tommaso Corsini
Giovanni Rosadi
Piccioli-Poggiali
Gaspero Capei
Gaetano Malenotti.


Nella seduta successiva del 21 Ottobre, il Sindaco leggeva questa lettera del consigliere Isidoro Del Lungo:

Palazzina, 12 Ottobre 1898.

On. Sig. March. Sen. Pietro Torrigiani
Sindaco di Firenze,

Impedito, com’Ella sa, d’intervenire alla seduta di lunedì, mi preme fare atto di adesione al deliberato concordemente dai colleghi, e di unirmi ancora una volta con loro ad approvare quanto il Sindaco e la Giunta per l’utile e il decoro della città nostra e della patria italiana hanno operato.

Firenze accanto al suo vecchio palagio repubblicano ha il tempio della Sapienza, della Storia e dell’Arte, nel superbo edificio degli Ufizi: e da Italia madre abbiamo noi il mandato di custodire con religione quei tesori che sono d’Italia e del mondo civile. Il Governo del Re non può disconoscere più a lungo questa condizione di cose. E se io Le ricordo, egregio signor Sindaco, come, non sono ancora tre anni, mentre avevo l’onore di far parte della Giunta, il Mini-