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— 19 — e che quindi sono e saranno sempre indicate come punti critici per gli spogli parziali, * come Inf. I, 3 era, avea; I, 4 Et, Ah ecc.; I, 9 altre, alte: II, 55 la, una; II, 60 moto, mondo; II, 84 am/pio, alto ecc. ecc.» (p. 66 e seg.). Veniamo così ad adoperare per la classificazione gli elementi più incerti, anzi quegli stessi elementi che han turbato le tradizioni:

quindi fidando su dì essi giungeremo a fissar somiglianze discordanze che dairesame dell’intero codice potranno esser provate false; laddove sarà utilità incontrastabile deiresame compiuto dei codici, l’aver tanti materiali in mano, che bastino a spiegare ed eliminare caso per caso, quanto è possibile, gli elementi perturbatori. Prendo, per fare un esempio, a collazionare sui trenta luoghi proposti dal Monaci due manoscritti della Commedia, Riccardiano l’uno segnato del n. 1004, l’altro di San Daniele del Friuli conosciuto col nome di codice Fontanini e illustrato dal Fiara mazzo. Li trovo discordanti in non meno di sei luoghi:

Fontaniniano Riccardiano Inf.

VI. 18 aunghia ed isq.

ingoia et disquatra Vili, 101 E se Tandar E tie *1 pasRar XI, 90 divina giustizia divina vendetta XII, 125 coprìa cocea XVI, 136 a scoglio o altro scoglio altro XXV, 144 lingua penna.

Seguendo il criterio del Monaci, che ha scritto «quando su dieci mss, quattro nel canto l’dell’Inf.

V. 83, leggono con l’ali alzate e sei leggono con Vali aperte, non potremo più dubitare che i primi quattro appartengono a una famiglia o almeno a una