importante in un testo come la Commedia; assennato il giudizio dei metodi fin qui prevalsi per ridurre il Poema alla sua vera lezione, dico specialmente dei due che riposano sul numero e sull’antichità, che il Moore condanna come falsi, essendogli resultato dalle sue collazioni, come abbiam detto di sopra, che la corruzione del testo della Commedia cominciò in un punto anteriore a qualunque manoscritto o commento esistente, e che talora lezioni Indubitatamente false si trovano in una maggioranza molto larga di manoscritti, mentre alcune genuine hanno assai più scarso appoggio. Ma la formazione dell’albero genealogico dei testi a penna, che idealmente appare il metodo più sicuro per tentare la soluzione del difficile problema, il Moore non ha speranza che possa riuscire per causa della complicata mischianza (intermixture) del testo; e propone come solo praticabile il metodo già adottato dal Witte per determinare quali codici offrono lezione primitiva e corretta: stabilire un buon numero di passi, scelti però da tutti i canti della Commedia, far su di essi la collazione di tutti i manoscritti, quindi con principi critici universalmente riconosciuti determinare quali varianti debbano aversi per primitive, e scartare i codici che abbiano, invece di queste, lezioni secondarie. Nessuno potrà disconoscere la bontà dei principi critici che il Moore con molta chiarezza espone, e che non sono speciali del nostro argomento, ma generalmente applicati nell’emendazione dei testi antichi, e utilmente applicabili per giudicare delle divergenze che si troveranno fra i capostipiti della Commedia, se questi ne determineranno; ma la mischianza del testo che [...] ostacolo alla classificazione dei codici, non s’opporrà [...] pari alla stima che vuol farsi del valore intrin-