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72 | MARIO RAPISARDI |
tarrando per dar piacere agl’infanti e alle femmine; gli uomini di governo giocano, più fortunati che abili, al biribisso; e le commemorazioni dei grandi avvenimenti nazionali corrono pericolo di degenerare in diporti popolari.
I poveri idealisti, invecchiati nel sogno, guardano l’orizzonte, e invocano impazienti e frementi l’aurora auspicata della rigenerazione.
VIII.
Che la Francia attraversi un periodo di crisi economica e morale, non si può mettere in dubbio. È la decadenza del popolo francese? No; è il tramonto di un periodo storico, è lo sfacelo della borghesia.
Un benefico temporale spazzerà presto i crassi vapori esalanti da un secolare fermento di carne militarizzata; spargerà le nebbie mistiche in cui s’impaluda il pensiero dei morituri; una reazione salutare rimetterà in moto le fibre intorpidite nella corruttela, ridesterà le sopite energie. La patria di Voltaire e di V. Hugo riprenderà l’ascensione gloriosa nelle vie della civiltà.
Lavoratori, all’opera! La vostra pasqua non è lontana.
IX.
Gratitudine e gloria perenne agli apostoli, agli eroi, ai martiri del patriottismo! Le loro ossa han formato un gran monte, dalla cui cima le nuove