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PENSIERI E GIUDIZI | 63 |
o Alberto Mario, è di lavorare e di combattere senza posa per potere finalmente gettare nel Tevere due mostri che si sostengono aggrovigliati, fornicando sulle tombe dei nostri martiri e speculando sulla propria vergogna e sulle nostre sciagure; e di abbattere le forche del carnefice d’Asburgo là sulle Alpi Giulie, dalle cui cime ci mostra sogghignando i brani sanguinosi di una vittima recente: i brani del tuo cuor generoso, o Guglielmo Oberdan.
II.
11 gennaio 1888.
Di associazioni lacrimose e di mortori solenni in Italia, devono essere infastiditi gli stessi morti, specialmente i morti galantuomini; chè agli altri, che nulla ebbero di bianco nell’anima, un pò d’imbiancatura sul sepolcro non dispiace, forse.
A Michele Calì1, vivo, avrei desiderato l’amore di tutta la sua città: egli avrebbe spiegato meglio le sue eccellenti qualità di uomo, di cittadino e di scrittore; e la sua città se ne sarebbe vantaggiata. In qualunque modo, egli fece a bastanza, perchè coloro stessi, che gli amareggia-
- ↑ Nacque in Acireale nel 1843 e ivi morì il 6 gennaio 1888. Nei suoi scritti si propone illustrare le memorie gloriose della Sicilia. Per la sua eloquenza oratoria fu chiamato Mirabeau acese.