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54 | MARIO RAPISARDI |
vole riesce perciò la vostra manifestazione, perchè ci assicura che la corruzione, ond’è maleficata così gran parte della vita italiana, non è riuscita a spegnere affatto nella nuova generazione quell’entusiasmo o almeno quell’affetto generoso che si deve a quanti nel comune pervertimento estetico e morale, serbando incontaminata la natía schiettezza dell’animo e la nobile semplicità dello stile, si son fatti dell’arte una religione di bellezza e di moralità.
Ed è opportuno che le onoranze al geniale scrittore si facciano in questa fiorente stagione: l’arte di Salvatore Farina ha freschezza e vaghezza primaverile e rimane per questa sua qualità intimamente legata alle dolci memorie dei nostri irrevocabili giorni.
Assillati dalle misere cure cotidiane, tribolati dai dolori e dai disinganni che ci procura incessantemente l’agitato consorzio civile, noi sentiamo non di rado il bisogno di asilarci in una modesta casa campestre; l’afa delle affannose bassure e il rombo delle vie cittadine non giungono a turbare la serenità fresca dell’aria e la tranquillità silenziosa del verde.
Il nostro amico è là che ci aspetta.
Ecco, egli ci viene incontro con quel suo bel faccione di galantuomo; ci abbraccia fraternamente; ci dà con effusione di cuore i segni più festosi della sua disinteressata ospitalità. I disagi familiari, le contrarietà umoristiche di abbandoni di vecchi amici, la scarsa confidenza dei nuovi,