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46 | MARIO RAPISARDI |
rari, che, ottenuto di buon’ora l’onesto plauso della fama e il sorriso non solito della fortuna, si sono mostrati sempre così degni dell’uno e dell’altro, che molti hanno potuto invidiarne la nominanza e la prosperità, nessuno offuscarne e disconoscerne la virtù.
Possa l’esempio dell’uomo insigne illuminare la coscienza dei giovani e accenderli a imitarne la vita austera e modesta, consacrata generosamente alle investigazioni sagaci della scienza, all’insegnamento e alla pratica di un’arte benefica.
E possano codeste onoranze all’ingegno, al sapere, e alla probità di un sì solenne Maestro far vergognare i tanti Dulcamara, inventori bollati e trafficatori strombazzati di mirifiche panacee, commessi viaggiatori e biciclettisti di una scienza da quarta pagina, frequentatori e giocolieri istancabili di congressi internazionali, gonfiatori ed illustratori perpetui della propria vacuità.
XII.
Tra il ripiegamento miserevole di tante bandiere e l’abbiosciamento morboso di tanti scrittori, che, rinnegando la storia, la scienza e sè stessi, sdilinguiscono in un misticismo che, se non è impostura da sagristia, è segno evidentissimo di imbecillità, Emilio Zola fu uno di quegli uo-
nica medica nell’Università di Catania. Nacque a Nicolosi nel 1834, morì in Catania nel 1906.