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PENSIERI E GIUDIZI 29

Ma chi ha fitta in capo la vecchia fisima che primi fattori della civiltà progressiva di una nazione sono le grandi idee morali e sociali che essa promuove, domanderà senza speranza di consolante risposta: Qual missione si è assunta la Francia contemporanea nel concorso della civiltà mondiale? Quali esempi di pubbliche e di private virtù ci dà la sua storia recente? Quali sono i suoi ideali e quali strumenti adopera per affermarli? Quali sono i suoi scrittori universali? Io non vedo al presente che una mezza republica, uscita da un lavacro di sangue cittadino, a braccetto dello storico lacchè dell’impero; una repubblica cocotte barcollante e brancolante fra il prete, il soldato e il carnefice; che, col berretto frigio sulle ventitrè e il vestito con lo strascico, studia allo specchio le riverenze di corte per ballare il minuetto coi re, con lo zarre, col papa.

L’aurora sorgerà da codesto caos: qualche foriero di rinascimento ha già ravvivato la speranza dei pensatori: la revisione del processo Dreyfus e lo sfratto delle congregazioni sono stati due buoni colpi di piccone alla caserma e alla sagrestia. Molto marcio, molta vecchiume bisogna recidere dalla pianta secolare, perchè si rinnovi al sole della libertà, della giustizia, della pace.

La Francia di Voltaire e di V. Hugo non mancherà di coraggio e di perseveranza nell’opera gloriosa, e che essa, in fratellevole intèsa con la nuova Italia, efficacemente coopererà al rinnovamento morale e sociale della vecchia Europa.