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26 | MARIO RAPISARDI |
a la religione dell’assurdo, del tornaconto e della viltà.
Non più torre eburnea di aristocratiche speculazioni e sala di professionali schermaglie sarà l’Ateneo della nuova età; non dispensario di pillole enciclopediche e di indulgenze plenarie; non fabbrica di eruditonzoli e di mestieranti; non conciliabolo di bonzi ventosi e di norcini bollati, per cui la scienza e la letteratura, cristallizzate nelle vecchie formole, si fanno complici, prostitute e mezzane di tutti i poteri campati sul privilegio e su la menzogna.
Fonte di luce intellettuale e morale sarà l’Ateneo; palestra di nobili gare; vivaio di uomini liberi, aperto a tutte le correnti della civiltà; scuola vera di precursori, dalla quale uscirà la parola della vita nuova, la favilla vaticinata che apprenderà la fiamma purificatrice a tutte le ingombranti baracche dell’errore, dell’ingiustizia, della servitù!
XVI. 1
aprile 1907.
Della famosa profezia di Napoleone, il primo termine mi pare più probabile. Il popolo che ha
- ↑ Per un questionario di cui il primo quesito era il seguente: Credete che oggi si possa, forse con maggiore verità, parafrasare il pensiero napoleonico con questa frase: «Fra cinquant'anni l’Europa sarà republicana o tedesca?»