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PENSIERI E GIUDIZI 17

dànno un tanto per ogni iscritto. E si contentassero di queste bassezze! Ma l’astuzia lor consiglia più malefiche industrie. Imborrano le teste dei giovani di strane teoriche di libertà, li gonfiano d’ipotetici diritti, li piaggiano vilmente dando loro a credere esser da più dei professori, potere anzi giudicarli e condannarli a lor beneplacito, assoggettarli ai loro capricci, costringerli a non far lezione come e quando lor piace, anche con la violenza, sfondando cattedre, spezzando panche, scioperando e facendo scioperare: onde, a ogni menomo screzio, uno scandalo e un fracasso; e il ministro coglione dà sempre ragione a loro per paura di peggio.

E questi arruffa-studenti, questi cacciatori di soldi e popolarità hanno il coraggio di parlare e gridare e tribuneggiare su la disciplina scaduta negli istituti superiori! Malvagi e ridicoli! E la pecoraggine del parlamento e del paese fa eco alle loro invettive. La disciplina! O se siete voi primi a scalzarla? E se leva ed arma ed arte unica vostra è l’indisciplinatezza su cui speculate e vivete?

Gli studi sono scaduti. E chi lo nega? Ma la principale cagione materiale, esterna siete voi. Un’altra causa di scadimento vi è, ma bisogna cercarla nell’intimo, negli studi stessi, e nel metodo, sopra tutto. Si tira a specializzare. Padroni. Di ogni ramificazione del sapere, che dico?, di ogni capitolo, di ogni paragrafo di scienza, si fa una scienza a sè e un insegnamento a parte. Cre-