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PENSIERI E GIUDIZI 15

dui legati da un interesse effimero, che si sposteranno e si confonderanno e si sparpaglieranno da un giorno all’altro a un mutar di vento.

Da questa babilonia di interessi privati, mascherati dalla commedia del patriottismo, non può sorgere che il governo-monopolio, un’accozzaglia di elementi diversi, tenuti insieme dall’ambizione e dall’avarizia, pronti a trasformarsi di bianchi in neri, pur di serbarsi al potere: un mostro da sette od otto trombe aspiranti, dalle branche innumerevoli, sparse tutte d’innumerevoli coppette. È lo stato ― monopolio, che tutto vuole per sè: un privilegio immane. Non si giova della violenza, ma dalla frode; vuole assorbire e distruggere tutto, ma legalmente: la legge è la sua maschera. I ministri e i così detti rappresentanti del popolo (di quale?) rappresentano la commedia del Patriottismo. Si adunano quali rappresentanti del popolo, si squadrano, fan quattro chiacchere, si bisticciano, vengono a’ capelli: e, recitata ciascuno la sua parte, sia di tribuno o di lanzichenecco, sia di legislatore o d’apostolo, si fanno la riverenza, e, ghignando del popolo e di sè stessi, torna ognuno alle proprie faccende. Ha distrutto parecchie industrie private, facendosene appaltatore, cioè sfruttatore irresponsabile. Ora delle cose del corpo vuol salire a quelle dello spirito: dal sale e dai tabacchi alla istruzione. Vuole innalzare il livello della nazionale cultura, lui! E come? Restringendo il numero delle scuole. Bel metodo d’illuminare, spegnendo i lumi! L’istruzione di-