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PENSIERI E GIUDIZI 11

Ma se per Idealità si vuole intendere quello stato di perfezione vagheggiato e non mai raggiunto, il cui desiderio ci rende perfettibili, affaticandoci perpetuamente verso un orizzonte di giustizia, di pace, di libertà, io non capisco lo scoraggiamento di quei generosi intelletti che vedono l’eclissi e temono il tramonto di essa ai dì nostri.

Che gli Dei se ne vadano e con loro parecchie delle idee che hanno ingombrato il cammino dell’uomo, nella sua perpetua ascensione da carne a spirito, è fenomeno logico e naturale di cui ogni animo spregiudicato ha da rallegrarsi. Ma che il positivismo, col suo concetto nuovo della vita nell’universo, ci allontani dagl’intenti più alti e più nobili dell’esistenza, è opinione che può essere scusata in grazia di quell’affetto che lega la mente e il cuore dell’uomo al passato: giustificata dalla ragione e dai fatti non mai.

Se i problemi dell’origine e del fine dell’universo, che hanno travagliato in tutti i secoli la vita intellettuale dell’umanità, non hanno avuto dal nuovo metodo scientifico una soluzione qualsiasi, l’insufficienza non è del positivismo, ma della mente umana: al positivismo devesi, non foss’altro, riconoscere il merito di avere rimosso dal campo scientifico i problemi che eccedono l’umana intelligenza e di avere abbandonato alla fede e alle seduzioni del sentimento ciò che dalla ragione non può essere risoluto.

Il positivismo appare fallito a coloro soltanto