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ODI CIVILI 161

Scote il mesto sudario e il brando cinge;
50E riaccesa l’itala saetta
A la mortal tenzone
Rugge de l’Alpe minacciata in vetta
L’allobrogo leone.

     Sopra cocchio fulmineo e in viso ardente
55Dei ridestati lampi
Dal pian lombardo a la sicana sponda
Scorre stridendo l’itala vendetta;
Sui combattuti campi
Passa la Morte sibilando e ingombra
60D’ammucchiati cadaveri nemici
Ai vincitori il varco;
Siede Vittoria all’ombra
Dei nuovi lauri del sabaudo trono,
E nell’immense braccia
65Le partite città Concordia abbraccia.

     Padre, sul fronte ardito
De la rinata prole
Rinnovata or non è d’Ausonia il serto?
Splender non vedi il sole
70Entro ai lor occhi e di Quirino il foco?
Dal più rimoto loco
Mover vedi ciascun devotamente
A baciar la tua sponda
E a deporre al tuo piè le sue corone,
75Onde, o padre, tu sei la prima fronda.
Così soleva il giovinetto Argivo
Vittorioso dell’elèo cimento
Al genitor canuto
Superbo rassegnar l’inclito ulivo,
80Ed era intorno a lui lungo saluto