Pagina:Pensieri e giudizi.djvu/178

160 MARIO RAPISARDI

Ed il desío longanime e bollente
Con la speranza e l’avvenir lenía.

     Disingannato e stanco
20Di sì lunghi fraterni odi e dolori,
Onde questa deserta itala donna
Lacerato e gemente
Dimostrò lungamente il petto e il fianco
Ed infusi di fango i primi allori,
25Pellegrin novo e solo
Da questo aer corrotto ai primi veri.
Del presago pensier levasti il volo,
Ardimento immortal. Siccome larve
Dileguar ti fu visto al novo lume
30Del ciel le fiere e tante
Sanguinose e cozzanti itale insegne,
Precipitar da l’usurpate sedi
Turba di regi e di levíti avari
Che irta discordia avean nei petti accesa,
35E troni infranti e rovesciati altari,
Da cui Giustizia e Dio moveano in bando,
E al lontano orizzonte
Sorger sul Campidoglio
Una sola bandiera, un tempio, un soglio.

     40Or che la presagita,
Dopo lunga d’affanni aspra fortuna,
Ora a noi sorge, se di noi pur serbi
Da la luce ove sei memoria alcuna,
Se di nostr’armi gloriosa il suono
45Fino a te si levò, benchè terrena
Gloria in faccia alla tua sia polve ed ombra,
Vieni a mirar costei
Che, battezzata nella tua parola,