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ODI CIVILI 155

Ahi, forse allor distolse
Da nostre sorti Iddio l’occhio pietoso
E di nostra virtù volle altra prova;
Forse tremenda e nova
55Scola fu questa agl’itali risorti,
Onde al cimento estremo
Esperti nel dolor sorgan più forti!

    Ma tu, che dalle prode
D’Anglia, nei tuoi devoti ozi securo
60Sbalzi ad un cenno i despoti superbi
Da l’eredato trono
E al destin nostro il vigil occhio intendi,
Se giusta carità di noi pur serbi,
Perchè di tanto errore italo il suono
65Al tuo plauso fatal cresci e inacerbi?
E indegno odio novello
Con la potenza dell’eloquio accendi?
Oh, taccia la profana
Voce che all’armi grida e al tradimento.
70Chi or scinder cerca i regi itali fasci,
Nel petto del fratello
Seminando discordie orride e vili,
Il sol nemico, il traditore è quello!

    Con qual cor con quali armi e qual nemico
75Combatterem? Benchè nemico occulto
Ancor Brenno ci giova, e opra da stolti
Provocar che la lunga ira repressa
Scoppi in aperta guerra!
Ancor l’itala terra
80Molle è del vostro sangue, itale genti;
Salde non sono ancora
Di Solferino e di Marsala ai prodi