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154 MARIO RAPISARDI


    Quando su l’orme del destrier d’Alberto
20Il bellicoso Allobrogo movea
Di Pastrengo sul campo e di Goito,
Da l’Etna a le lagune
Fraterno plauso universal sorgea;
E fu speranza e serto
25Il piemontese eroe
De la scissa penisola fremente,
Che ne l’onda regal de l’Eridano
Purgar sperava le vergogne antiche
E di Novara al piano
30Stender le succedenti orde nemiche.

    Sopra la vetta alpina
Or surse de la nova èra la stella.
Ivi le formidate ali raccolse
L’Aquila pellegrina
35Che di Vittorio al piede
L’antico rassegnò fulmin di Roma.
Sopra la nostra chioma
Del lauro avito rinverdì la fronda,
E deponendo la pretesta bruna
40La vilipesa ancella
La mal sofferta clamide riprese,
E conoscente in dono
Al Sabaudo leon diede il suo trono.

    Chi di tante corone il crine ha cinto
45E alta sempre portò l’itala insegna
E del suo sangue ha tinto
Di nostra libertà l’ara più volte,
Come e da quanta cecità sospinto
Contaminar potea
50Tante glorie ed amor solo in un giorno?