O del Nieper reina, 20Che sì lunga versasti onda di pianto?
Fra questa di tiranni ardua rovina
E rovesciar di troni
Ed infranger di scettri e interminato
Di vittorie fragor, ch’empie di suoni 25E di stupore il più remoto lido?
Come tacere al grido
De le vittoriose itale squadre;
Come al tuonar del combattuto Egeo,
Dove il figlio di Despo e di Cordato 30L’inno intuona di Riga e di Tirteo,
Tu, che fosti di prodi esempio e madre?
Magnanima tradita!
E da la profanata urna dei forti,
Dove l’Etmanno altero 35La nomade piantò tenda abborrita
E l’involate avene
Il celere cibò tracio destriero,
Ne la linfa natal del Boristene
Terso il civile alloro 40E la regal corona,
Te vide il mondo ed inarcò le ciglia,
Chè morta ti credea, levar superba
La maestà dell’antica persona,
E rotear la spada irruginita 45Ed appuntar la carabina al core
Del minaccioso invan barbaro Scita!
E fu per l’aere un cozzo
Di fulminate spade,
Ed infranger di petti, ed ululato, 50E vomitar di sitibonde schiere,