Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
ODI CIVILI | 147 |
Vi diè comuni e lingua ed ara e affetti?
Queste non son le tombe
120Dei vostri padri che morìr per voi?
Che morìr per la patria? Oh, dilungate
Dilungate da quelle ossa, o profani!
Sovra la polve di cotanti eroi,
Empi, non lice insanguinar le mani.
125Ecco già sento un suono
Di straniere falangi, e i nostri dritti
Calpesteran. Profaneran gli altari,
Il nostro onor, la nostra patria. È l’oro
A quei tristi sol nume, è l’éneo tuono
130Lor diritto, e la preda unico alloro.
E noi staremo? E spezzerem le spade
Sui nostri petti? Allo stranier procace
Tradirem nostra patria e nostro serto?
Oh, pace, esacerbate anime, pace!
135E se di loro alcuno
Approdare oserà nostre contrade,
Vedrà come nel dì de le vendette
Sappian volgere il brando ai traditori
Un popolo discorde;
140E sui paterni avelli
Serrar le destre e ritornar fratelli!
- Giugno 1863.