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ODI CIVILI 145

Neglettamente in bruno vel raccolte;
E fumar vedon l’aie,
E le pingui mancar bionde ricolte
55Che dei figli malnata ira distrugge;
E tuonar per la lunga odono l’eco
Di ripercossi acciari,
E di lunghi ululati empiono il cielo.
Del sacro Eurota o sacro
60Imperituro zelo
Di feminea virtù! Sul limitare
Sedean le madri disdegnose, i figli
Su lo scudo aspettando,
O del gramineo serto o del murale
65O del rostrato onusti;
E le ferite sanguinanti ancora,
Gloriose baciando.
Onde i prodi cogliean nome immortale,
Lui beato, dicean, che tra’ perigli
70De la patria primier vola, e procombe!
E religion la patria era, e sol nume
Era il dovere, e sacre eran le tombe.

    E tal voi foste allora
Che al cimento mortal correan festanti
75figli vostri, o Amazzoni novelle
D’un nuovo Eurota! E voi ditelo, o schiere
Franche, o ispane coorti,
Che al vostro grido redentor primiere
Correre le vedeste,
80E pugnare, e svegliar l’ire dei forti!
Lo sa il tiranno d’Albion, lo sanno
Di Charlestòne i liti,
Dove volar fùr viste in fra’ perigli
In difesa dei figli e dei mariti!