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144 MARIO RAPISARDI


    O di discordia orrenda
20Germe funesto e ria cagion di pianto
E d’eterno rimorso! Ai padri accanto
Non giacciano i codardi
Che a la lizza feral corser primieri.
Liberal non accolga il patrio tetto
25Chi da vil odio morso
Sfogò sua rabbia nel fraterno petto!
In lettere di sangue
Gli siederà l’infamia in su la fronte;
Ovunque moverà ramingo il passo,
30L’incalzerà il rimorso;
Nè morran seco la memoria e l’onte.

    Già correr sangue io vedo
La gleba, ove sul vomere sudante
Gioía le blande orezze
35Il colono solerte,
E all’aura vespertina ondoleggiante
La ricca mèsse, ove già fùr deserte
Piagge e inospiti lande, unico asilo
Alle belve dipinte. E sangue io vedo
40Volgere le tumide onde,
Ed ahi, sul risonante
Dorso non veggio la dorata prora
Che le rari nel sen merci nasconde;
Ma rotte antenne e sparte
45Vele e lacere insegne
E galleggianti sarte
E travolti cadaveri ed ordegni
Terribili di guerra,
De la rabbia civil non dubbi segni!

    50Pallide come spettri erran le vie
Sanguinose, le madri a la tard’ora