E le tenebre rompe e le secrete
Vigilate da Lui ore notturne;
E al suo grido fatal sorgono inquete 20L’ombre dall’urne.
Spezza la pietra e leva il fronte al sole,
Fenice eterna: è il dì! Ti scuoti, o inulta;
Ecco un brando, ecco un’ara: Iddio lo vuole, 24Sorgi, o sepulta!
Regina un dì ti salutai possente;
Su quattro mari allor libravi il volo:
Era meta l’Olimpo alla tua mente, 28Al brando il polo.
Chè se indi il tempo e la tua sorte e il pondo
Di tua grandezza ogni virtù t’estinse,
E al carro trionfal, ladron del mondo 32Quirin t’avvinse;
E di tenebra lunga indi t’avvolse
Dall’arabiche arene orda irrompente,
E brando e serti e nome e onor ti tolse 36Ed ara e mente;
Or sorgi! E tu che al barbaro Ottomanno
Pieghi ancora la fronte, e tu che gemi
Sotto la verga del corsal Britanno 40Lévati e fremi!
Pei visceri d’Europa indomito erra
Foco, che a troni e a re schiude gli avelli:
Tu non cadrai, s’è Dio nel ciel, se in terra 44Son pur fratelli!