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Nacqui in Catania il 25 febbraio 1844. Ciò che appresi nelle scuole, se tali potevano chiamarsi quelle che avevamo in Sicilia prima del ’60, mi fu più d’ingombro che d’aiuto.

Rifeci da me la mia istruzione, ribellandomi di buon’ora a tutte le superstizioni religiose, filosofiche e sociali. Formai su’ classici il mio gusto; ma chiesi alla Natura e al mio cuore le ispirazioni dell’arte. Quando altri pretendeva riformare la poesia italiana, ricostruendo barbaramente i metri greco-latini, io m’ingegnai di rinnovarla dandole un contenuto scientifico, sociale, moderno.

Non sono addottorato in nessuna scienza; non aggregato a nessuna accademia. Mi sono svolto da me, fuori d’ogni scuola e d’ogni partito, correggendo e mutando le mie opinioni, senz’altro intento che la verità. Ho affrontato e rappresentato, ne’ limiti e co’ mezzi dell’arte, i più ardui problemi della civiltà contemporanea; tentato una forma nuova di epopea, sostituendo al meraviglioso