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PENSIERI E GIUDIZI 123

perfezioni morali ed estetiche in una assemblea generale di fornicatori della curia, della reggia e della scuola, legati da perpetuo comparatico ai variopinti arlecchini di tutte le sètte, ad onore e gloria della ignoranza, della malizia e dell’impostura: trinità borghese che il povero Tommaso Campanella credeva poter debellare, ma che purtroppo è ancora viva e trionfante in tutti e due gli emisferi.


    Io di qui vi contemplo, uomini, a cui
La fortuna volubile concede
Benignamente le carnose groppe:
Eroi scettrati, aruspici infallibili,
Impennacchiati ammazzatori, arcigni
Rigattieri d’Astrea, prosciugatori
Di Banche, prestigiosi archimandriti
Di pie congreghe, apostoli e tribuni
Del proprio ventre. A voi buoni, a voi prodi
S’inchina il mondo trepidante, a voi
Laudi strimpella il ribechin fiorito
Dei rifunghiti menestrelli; io, stolto
Orditor d’alti sogni, in voi saetto
L’ultimo strale del mio sdegno: sprezzo
Plebee minacce, auree lusinghe, e, quanto
Più mugghia osanna a voi d’intorno il gregge,
Tanto più sorge e il morbid’aer fende
Lungo, acuto, insistente il fischio mio.
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  1. Vedi il poemetto del Rapisardi: Nel triste asilo.